Ansia, Fobia Sociale, Depressione E Resilienza

Ansia, fobia sociale, depressione, possibile che l’uomo sia così fragile ai tempi del covid-19?
Previsioni nefaste, una pandemia di disturbi mentali, la quarantena avrebbe reso più vulnerabili le persone ed ora che si inizia ad uscire di casa le cose non andrebbero meglio.
Paranoie ed ossessioni, associate ad ansia sociale potrebbero avere la meglio e contagiare un po’ tutti.


Vero è che, come sostiene Pietro Trabucchi in “Tecniche di resistenza interiore“, nella nostra società si registra un evidente e progressivo indebolimento delle forze mentali e motivazionali degli individui affermando che vogliono convincerci che non ce la possiamo fare a gestire da soli problemi che invece l’umanità ha tollerato e risolto, senza particolari drammi, per intere ere geologicheOgni giorno una moltitudine di spot ci dice che perfino un banale mal di testa, o qualsiasi malessere sul limite tra fisico ed esistenziale, rappresenta un ostacolo insuperabile nel cammino verso la felicità personale.
Siamo allora così fragili? Possibile che con l’avvio della fase 2 dobbiamo immaginarci una recrudescenza di condizioni di disagio psichico?

La verità è che nella nostra specie – evidenzia Trabucchi – la resilienza rappresenta la norma, non l’eccezione … essere resilienti è una caratteristica intrinsecamente umana.
E’ proprio vero quindi che non solo nelle difficoltà e nelle turbolenze viene fuori la forza dello spirito umano e della sua personalità, ma è anche vero che anche chi si sente o si è sentito più fragile può cogliere l’occasione per attingere alle proprie forze interiori per implementare il livello di resilienza.
Cominciate fin da subito a cambiare: adattatevi meno – scrive Denis Doucet in “La storia del Piccolo Pinguino” – a quanto vi nuoce e dedicatevi di più a tutto ciò che vi fa star bene … nel profondo di voi stessi, esiste ancora un briciolo di vita, la capacità di godere dell’esistenza, che aspetta solo l’occasione buona per manifestarsi.

Mai come in questo periodo occorre ripensare alla propria vita e immaginarsi, nel concreto della realtà quotidiana, una versione trasformata del Sé.
Diffidiamo quindi da chi si prefigura uno scenario catastrofico; purtroppo il SARS-CoV-2 ha seminato e semina morte e distruzione, panico e ansie, angosce e dolore. Ma ora che si inizia ad uscire dal tunnel è il momento di ripensare alla propria vita per individuare idonee strategie di adattamento piuttosto che andare ad imbrigliarsi nei meccanismi della nevrosi.

Essere resilienti vuol dire cogliere le opportunità, cambiare modo di pensare, credere che fuori dal labirinto – come scrive Johnson Spencer in “Chi ha spostato il mio formaggio?Il Seguito” – esiste qualcosa di meraviglioso … scorsero una luce alla fine del tunnel. Una luce che diventava sempre più brillante … e poi all’improvviso… si trovavano in un meraviglioso prato verde e spirava una leggera brezza.
Nell’abbandonare la propria ansia, la mente si rinnova e si fa coraggio, guarda avanti, si riorganizza, mette a frutto le proprie risorse; certo ha in sé molta rabbia, ma la rabbia come la disperazione sono emozioni vitali, consentono all’uomo di reagire, di affrontare con forza i momenti di difficoltà; queste emozioni che per anni abbiamo ritenuto negative, in realtà racchiudono il segreto della forza dell’uomo che sa opportunamente re-agire, in positivo, in termini francamente proattivi.

In ciò anche la dimensione depressiva può paradossalmente essere di valido aiuto; i vissuti depressivi nascono dalla paura di perdere ciò che ci sta a cuore, motivo per cui dal timore nasce il desiderio di avere cura degli affetti più cari: in questo senso l’elemento depressivo è la forza vitale che spinge l’uomo ad avere cura degli altri.

Perché allora immaginarsi uno scenario disastroso? Non è forse meglio avere e dare speranza? Scommetto che qua in giro ci sono un sacco di altre cose buone da mangiare – continua Spencer – cose alle quali non abbiamo mai pensato. Cose che non possiamo nemmeno immaginare.
Questa è la forza della resilienza, non è adattamento passivo, resistenza agli eventi o solo ricostruzione di parti frantumate del Sé, ma è innanzitutto proattività, capacità di cogliere gli aspetti essenziali della vita anche nei momenti di maggiore tensione per prospettarsi e prospettare scenari vitali migliori.